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FISIOTERAPIA OSTEOPATIA A CATTOLICA

Impigment o Sindrome Subacromiale

Lo scopo dei miei articoli è quello di cercare di spiegare in maniera più chiara possibile ai pazienti, quello a cui vanno incontro quando gli viene fatta una diagnosi 


Di articoli con termini tecnici ne è pieno il mondo, ma in parole povere quando ad esempio ad un paziente viene diagnosticato una Sindrome da Conflitto Subacromiale (detto anche impingement) cosa succede nella sua spalla?

L’articolazione della spalla in condizioni di salute è formata da diverse strutture che sono tutte ben allineate e distanziate tra loro. 

In particolare l’omero è ben incentrato e allineato all’interno di uno spazio creato anatomicamente dal bordo laterale  della scapola  e da un  tetto  che è dato dall’unione della scapola con la clavicola.
Per tanti motivi (divisi in estrinseci o intrenseci ) una  di queste strutture che compongono la spalla può subire un alterazione e non mantenere  piu quella posizione anatomica che glie è stata affidata per funzionare correttamente.
I fattori intrinseci  comprendono essenzialmente   modificazioni nella vascolarizzazione  della cuffia dei rotatori, quelli estrinseci ,invece,  squilibri muscolari e problemi di controllo motorio della cuffia dei rotatori, e dei muscoli parascapolari, articolarita’, cambiamenti  posturali ecc…

 Molti di questi problemi, sia intrinseci che estrinseci possono anche coesistere.

Quindi la sindrome da impingement o conflitto subacromiale, consiste in una vera e propria compressione meccanica e conseguente ’irritazione dei tessuti presenti tra le due strutture che non mantengono la loro posizione esatta.

 La struttura tendinea che viene più pinzata, schiacciata in questo tipo di alterazione è il tendine del sovraspinoso.

Durante il movimento di sollevamento del braccio e nella fase di ritorno alla posizione iniziale, ogni volta che l’arto superiore viene alzato oltre i 45° rispetto al tronco, si verifica un restringimento dello spazio fra la testa dell’omero e l’acromion, dove scorrono i tendini della cuffia dei rotatori, fatto che porta alla graduale degenerazione del tendine fino alla rottura e al conseguente inutilizzo del braccio.

 Il dolore aumenta progressivamente arrivando a compromettere i movimenti più semplici, insorgendo anche alla notte, con il braccio a riposo.

Quello del sovrapinoso è il più frequente tipo di compressione che si verifica, le altre possono essere: 

  • compressione o abrasione dei tendini della cuffia o della porzione lunga del bicipite brachiale sotto l’arco coracoacromiale: dolore supero-anteriore. 
  • compressione della parte inferiore dell’acromion,
  • compressione del legamento coracoacromiale 
  • compressione inferiore dell’acromioclaveare. 
  • compressione dei tendini di sottospinato, sovraspinato da parte del complesso glenoideo posteriore/superiore del labrum nella abduzione e rotazione esterna della spalla: dolore posteriore.
  • contatto tra la superficie articolare della cuffia e il complesso labrum glenoideo superiormente dolore superiore. 
  • pinzamento del tendine del sottoscapolare tra l’apofisi coracoide e la tuberosità minore dell’omero, ristringimento dell’uscita subacromiale per sperone nel legamento coracoacromiale e parte inferiore del terzo anteriore dell’acromion.

Questo dipende dalla causa, dalla postura, dal tipo di attività lavorativa o sportiva a cui è sottoposta ripetutamente la spalla.

Sintomi

Il sintomo iniziale è il dolore nella parte anteriore e laterale della spalla, appena sotto l’acromion. Con il progredire della malattia, il dolore risale il braccio, specialmente nella zona anteriore se è colpito il tendine del bicipite, che passa proprio accanto al punto in cui si verifica l’infiammazione. Di solito si verificano contratture muscolari dei muscoli del collo, che possono diventare più fastidiose della spalla stessa. Nei casi avanzati in cui il sovraspinato si rompe, insieme al dolore compare una perdita di forza e mobilità.

 

 Diagnosi 

  • Esame fisico.
  • Valutazione visiva e comparativa con l’altra spalla.
  • Sintomi del paziente e conoscenza del meccanismo di produzione.
  • Risonanza magnetica: valutazione dei tessuti molli, cuffia dei rotatori. Vedere la distanza tra acromion e testa omerale.
  • RX: spazio subacromiale, calcificazioni.

 Trattamento

Il trattamento iniziale della sindrome subacromiale è conservativo (non chirurgico) tranne in quei pazienti con dolore esagerato che non vogliono o non possono sottoporsi ai mesi di durata di questo trattamento.

 La combinazione di terapia antinfiammatoria + ghiaccio + un corretto programma di fisioterapia può migliorare il dolore in circa l’80-90% dei casi.

 Il miglioramento richiede tempo per apparire

Oltre ad un breve uso di antinfiammatori orali e ghiaccio, la base di questo trattamento sarà:

– Cambio di attività: verranno evitate le attività in cui si lavora con le braccia sopra la testa, dove il pinzamento è massimo

– Esercizi: Gli esercizi di mobilità sono combinati per prevenire la fibrosi della capsula articolare (perdita di movimento) con esercizi di potenziamento muscolare per la cuffia, che aumentano la resistenza e la qualità dei tendini che la compongono. È molto importante sapere quali sono utili e quali potenzialmente dannosi

Nei casi in cui non vi sia un miglioramento progressivo o il dolore sia molto invalidante, si puo optare per un’infiltrazione di corticosteroidi subacromiale, ma bisogna esser consapevoli che sebbene possano dare un grande sollievo, la loro applicazione ripetuta aumenta il rischio di rottura del tendine.

 Ecco perché bisogna bilanciare questo rischio con il miglioramento dei sintomi.

 

Soluzione Chirurgica (Artroscopia)

Nei casi in cui la sintomatologia non migliora, con dolore da più di 6 mesi o casi di dolore molto intenso, si valuta un trattamento chirurgico: l’Artroscopia della spalla si esegue in anestesia generale o sedazione e se la cuffia non è ancora danneggiata. 

Solitamente i tempi di recupero variano da paziente a paziente e cambiano anche in base al tipo di intervento subito.

 In linea generale il programma di fisioterapia e potenziamento muscolare durerà da 1 a 3 mesi a seconda dei casi. Il ritorno al lavoro può variare da 15 giorni per il lavoro d’ufficio e 4 settimane per il lavoro fisico.

 

EVOLUZIONE

È importante curare una spalla dolorante il prima possibile perché se si creano lesioni associate, può complicarne l’evoluzione e talvolta portare alla temuta spalla congelata”.

Affidatevi sempre a mani e menti consapevoli.

                                                                                                                   Dott.ssa in Fisioterapia Falconetti Lucia